Agosto, è tempo della raccolta delle Mandorle Cegliesi

Sono quasi 6 mesi che non piove.

La terra è sempre più arida e asciutta. Tra una scia chimica e l’altra che impedisce la pioggia, innaffio a mano qualche Ciliegio che più di ogni altro albero presente, ha bisogno di acqua.Lo innaffierei volentieri col sangue dei piloti che producono queste scie (mai come quest’anno) ma sono troppo lontani.

Passo quindi alla raccolta delle mandorle che inizia la mattina presto,quando l’aria è più fresca (si fa per dire, ci sono 35° all’ombra) e finisce quando il caldo diventa insopportabile, a 45° e più,sotto il sole,senza un alito di vento.

La raccolta la facciamo sempre a mano,con bastoni di 3 e 4 metri.
Dopo una settimana di sbattimenti di rami con questi bastoni, se incontrassi un giapponese con un “Katana” di legno lo poverizzerei.

Scherzo naturalmente, se fosse quì un giapponese col bastone mi darebbe una mano e finirei prima.

L’aspetto più fastidioso della raccolta non è la temperatura equatoriale e il sudore che evapora prima ancora di uscire ,ma quelle cazzo di “cimici del mandorlo” gialle che ti cadono addosso tipo neve e che ti si infilano dappertutto. Capisco quelli che spruzzano veleno antiparassitario dappertutto…… poi crepano di cancro (ho seppellito un amico giusto 3 anni fa che diceva: <<non mi succede niente a buttare il “veleno” alle piante perchè io ho il “patentino”>>…morto di cancro a 40 anni!! ) , ma almeno non si impestano di cimici.

Poi comunque ci si abitua anche alle cimici (ci si abitua a monti, berlusconi e bersani perchè non alla cimici?),che per fortuna devono odiarci anche più di noi perchè spariscono con una spazzolata o come nel nostro caso con un bel tuffo in mare….fermo come una tavola….per 5 ore a galleggiare in silenzio in acqua…..che segnava la fine della giornata lavorativa e l’inizio di una favola che diventa realtà.

Approposito, abbiamo raccolto 200 kg di mandorle, a noi ne bastano una 50ina. Il resto lo vendiamo o barattiamo.

La svolta

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uliveto

……dalle campagne di Ceglie Messapica (BR)

Sono un ex dipendente parastatale che ha deciso di lasciare un “sistema” di pensiero e di comportamento tipico di questa società, basato sul guadagno a tutti i costi, sul lavoro forzato a discapito di ciò che respiriamo, ciò che mangiamo, ciò che siamo.

Per questo mi sono trasferito in campagna per coltivare i prodotti che mangio, rinnegando il dictat della “rivoluzione verde” prima, e Codex Alimentarius dopo, impostoci dalla FAO dalla WTO e oggi anche dall’EFSA , con CETA e TTIP in arivo.

Il lavoro agricolo, anzi, il “non lavoro”, è ispirato alle tecniche agronomiche di grandi amanti della natura e di ogni sua forma vivente: “Fukuoca”, “Emilia Hazelip”,”Morrison”, “Bonfis”,”Alan Smith” e altri ricercatori che come loro stanno rispolverando antiche conoscenze,andate perse negli ultimi 50 anni,fortemente contrarie all’uso di erbicidi,pesticidi,fertizzanti chimici e all’aratura dei terreni che distruggono ciò che è più utile alla terra e ai suoi prodotti : “HUMUS” e i suoi “ospiti”.

Attualmente i frutti regalati dalla campagna consistono in Olive, Mandorli, Ciliege, Fichi e Fioroni e altri frutti di minore entità.

Da questi, sempre per esigenze personali e non commerciali ,li trasformo ottenendo:  naturalmente Olio di oliva extravergine, crema di mandorle e nocciole, marmellata di ciliege, Fichi Mele Pere Cachi essiccati al sole. Il di più lo baratto oppure , se richiesto, lo vendo.

Novembre è stato il mese dell’olio che per le attenzioni e precauzioni  adottate nella raccolta e spremitura ,proprio perchè lo scopo non è la sua commercializzazione, ‘ho definito “di nicchia”.