ALLA FACCIA DI MARTINA

E’ ormai noto che quell’idiota di martina , un attimo (anzi un atto) prima di lasciare la Poltrona ,ha emanato un decreto ministeriale ,superato poi da una disposizione dell’osservatorio regionale fitosanitario che ne ha ridotto gli effetti, subito battezzato “Decreto dei Veleni” ,in cui si obbligava mezza Puglia ad 1) arare tutti i terreni entro il 30 aprile, 2) irrorare fitofarmaci praticamente quasi tutto la metà della puglia compresa da Alberobello a S.Maria di Leuca.

La ragione di queste disposizioni sta nel contenimento della infezione di “Xylella fastidiosa” presunta ma non scientificamente provata,responsabile del Disseccamento Rapido dell’Olivo, malattia dovuta ad una serie di cause (funghi, rodilegno,ecc..) che colpiscono solo gli alberi indeboliti dalla STERILITA’ DEL TERRENO ,dovuta a sua volta alle pratiche agronomiche promosse dalle assaciazioni di categorie (CIA, Coldiretti, Confagri ecc..) a base di arature, erbicidi, pesticidi, e concimi sintetici. Pratiche osservate ,per fortuna, solo nel basso Salento, luogo di un latifondismo mai scomparso, dove in effetti si trovano gli alberi colpiti da CODIRO .E non altrove. E disseccano solo se abbandonati oppure se “capitozzati” in piena estate come da disposizione regionale del 2015, quando migliaia di alberi sono disseccati perchè potati drasticamente in Estate.

Chi volesse approfondire la questione può leggersi il documento che scienziati ,non corrotti, hanno consegnato,in mano, ai tecnici spediti dalla UE a Brindisi , per capirci qualcosa (dopo 5 anni!!!) legga qui

Chi volesse poi vedere con i propri occhi gli alberi affetti da Xylella (non da CODIRO) in piena area focolaio, in piena produttività , guardi  qui.

Fatta questa introduzione, dovuta, torno all’oggetto del Post : “Alla faccia di martina (l’ebete)”

Come diceva qualcuno, “Quando la legge diventa ingiusta disobbedirla è un dovere” , ed è proprio il mio caso perchè, come si vedrà dalle foto , non solo non irroro un grammo di insetticida, non solo aro assolutamente la terra , ma neanche la sfalcio.

Se la causa accertata dalle malattie è l’impoverimento del terreno ,figuriamoci se lo privo di sostanza organica .

Da notare che nel basso Salento essa è inferiore allo 0,8% ,meno che nel deserto del Sahara che è 1%.

Questo è il confronto del mio terreno con quello del vicino.

 

La pratica dell’aratura fatta al momento giusto, cioè dopo la ricrescita delle piante spontanee, non è proprio totalmente negativa in quanto così avviene l’interramento delle sostanze organiche ma d’altro canto si ammazzano parte dei microrganismi anaerobici utili alla degradazione e conversione in alimento del secco per le radici.

In questo momento si può notare le strategie che inventa la Natura per sopravvivere ed espandersi.

Qui si vede il mio trifoglio (leguminosa che arricchisce il terreno) di 8° generazione , cioè seminato per la prima ed unica volta 8 anni fa e poi ricresciuto ogni anno più alto ( da 20cm circa del primo anno oggi arriva a più di un metro e venti), che per espandersi alla fine del ciclo vitale si “alletta”, formando degli schiacciamenti come se qualcuno ci si fosse coricato sopra.

In questo modo avanza in ogni direzione della sua altezza, oltre naturalmente ai semi trasportati dal vento e dagli animali che gli mangiano e gli scagazzano in giro.

Fanculo a martina e alle associazioni di categorie io vado per la mia strada,

e per fortuna non sono il solo.

La maggior parte dei contadini locali hanno capito chiaramente che Xylella vuol dire business e non un è patogeno, pertanto  continuano le pratiche tradizionali senza seguire la disposizione dei pesticidi ,anche perchè fortunatamente l’irrorazione COSTA!!

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